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Scuola e riforma Giannini

Posted on Luglio 18, 2014 by admin

Molto spesso nell’ambito della scuola si è parlato di meritocrazia e di come questa manchi completamente, in pratica docenti bravi che si impegnano e credono in quello che fanno, sono equiparati ai docenti che invece per varie motivazioni, non svolgono questo lavoro con il dovuto impegno, un problema che da sempre la scuola presenta.
Da più parti si è sempre sperato che in termini di governi e politica si intervenisse per sanare questi problemi nel mondo scolastico, proponendo delle riforme che andassero nella direzione giusta, parliamo quindi di aumenti di stipendio legati al merito del singolo docente che si è impegnato a fondo nella propria mansione.
Fino a questo momento tutto questo non è mai accaduto, la scuola ha sempre vissuto una decisa mancanza di meritocrazia, espressa nella politica di dare tutti lo stesso stipendio, questo ha sempre creato una sorta di disparità tra quelli che veramente si impegnano nel loro lavoro e quelli invece che non lavorano con la dovuta serietà.
Ora il governo Renzi, pare proprio voglia intervenire su questa decisa disparità che si è creata nel mondo della scuola, proponendo una riforma in termini di orario e di produttività dell’insegnante, la proposta è quella di portare l’orario a 36 ore settimanali e premi in termini di stipendio legate all’assunzione di nuove responsabilità da parte del corpo docente.
Il primo dubbio che emerge è quello legato al tipo di docente e a quale materia insegna, per esempio per docenti come quelli di matematica, il tempo utilizzato per la preparazione delle lezioni, per seguire gli incontri genitori insegnanti, esaurirebbero abbondantemente le ore a disposizione, con la conseguenza di un aggravio di lavoro, senza però poter ambire al premio in termini di stipendio.
Questo provvedimento, paradossalmente agevolerebbe docenti di materie meno impegnative come educazione fisica o religione, questi avrebbero tutto il tempo per seguire altre attività e arrivare al fatidico premio.
I dirigenti scolastici dovrebbero essere quelli che valutano il premio da erogare, peccato che in molti casi, pur essendocene di molto bravi, i criteri utilizzati sono di natura clientelare, una proposta di riforma insomma discutibile, da valutare con attenzione.

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