Riprendete la nostra prima lezione su come pubblicare un Google Site tipo questo e preparatevi a fare nuove esperienze con WordPress. Infatti, il team del blog di Massimo Palombella ci ha affiancato nella realizzazione di alcune pagine web per il nostro webinar e, grazie ai nostri lettori (Stefano, Marco e “Simi” su tutti!) siamo riusciti a pubblicare i nuovi contenuti che seguono! Facciamo un attimo mente locale…
Punto primo: scegli la fonte e parla correttamente di tutti – anche di Papa Francesco
Papa Francesco ha nel Messaggero il suo giornale preferito. Il Pontefice, infatti, si dedica alla lettura del quotidiano romano ogni mattina, prima di dare inizio alla sua giornata, così da poter essere informato su quanto accaduto nel mondo e nella sua Diocesi, Roma. La lettura mattutina del giornale è un’abitudine consolidata per il Santo Padre che, già in Argentina, dedicava le prime ore della giornata alla consultazione de La Nacion. Infatti, il suo edicolante di fiducia a Buenos Aires gli faceva recapitare ogni mattina una copia del quotidiano più importante del luogo. In particolare, il Pontefice esprime la sua predilezione per Il Messaggero, perché il giornale romano ha la capacità, secondo la prospettiva di Papa Francesco, di raccontare in modo diretto ed immediato la vita di ogni giorno della Capitale, offrendo una panoramica sulle questioni locali, sulle vicende dei quartieri, senza dimenticare il racconto degli eventi nazionali, internazionali e afferenti alla Chiesa, oltre che al Vaticano. E, proprio nel corso di un’intervista alla radio spagnola Cope, una tra le emittenti più note e seguite nel contesto ispanico, Francesco ha ribadito la sua predilezione per il quotidiano Il Messaggero.
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Rispondendo ad una delle domande di Eva Fernandez, corrispondente della radio spagnola, il Papa ha affermato come non sapesse delle voci che, in Italia, hanno accompagnato le notizie sulla sua salute, in seguito al ricovero di inizio luglio. A tal proposito, il Pontefice ha affermato: “Non ne avevo idea perché qui leggo solo un giornale al mattino, il quotidiano di Roma. Lo leggo perché mi piace il modo in cui ha un titolo, lo leggo velocemente e basta, non mi faccio coinvolgere dal gioco”. Inoltre, il Santo Padre, dopo aver chiarito che non guarda la tv, ha evidenziato che ogni giorno riceve un aggiornamento sui fatti quotidiani, ma ha scoperto solo in seguito “che c’era qualcosa sulle mie dimissioni”. E, ironizzando, ha aggiunto: “ogni volta che un Papa è malato, c’è sempre una brezza o un uragano di conclave”. Inoltre, Francesco accompagna anche i suoi viaggi in aereo, leggendo Il Messaggero, di cui spesso ha citato gli articoli o con cui è stato immortalato dai fotografi sempre durante gli spostamenti in volo. Inoltre, il Santo Padre ha mostrato la sua simpatia per il quotidiano di Via del Tritone quando, in occasione dei 140 anni dalla sua fondazione, si è recato in visita presso la sede e ha salutato, singolarmente, “i tipografi, gli impiegati, i giornalisti, i dirigenti, i membri del CdA, il presidente, l’ingegnere Francesco Caltagirone e l’amministratore delegato, Azzurra Caltagirone”. Inoltre, nel 2014, Papa Francesco ricevette, in modo privato e presso Casa Santa Marta, la vaticanista Franca Giansoldati e le figure più rilevanti del quotidiano, per una conoscenza personale ed uno scambio di pareri sulla città di Roma. Città che, seppur fosse diventata la Diocesi del Pontefice, Francesco conosceva ancora molto poco. Proprio il Santo Padre rivelò questo particolare quando, nei primi mesi di Pontificato, rilasciò un’intervista proprio al quotidiano il Messaggero.
Fai un buon uso del virgolettato all’interno del discorso
Nel corso di quest’incontro, il Papa affermò che Roma era una città che lui amava, ma che necessitava ancora di essere scoperta. Infatti, nei suoi brevi trascorsi nella Capitale, l’allora Cardinale Bergoglio soggiornava presso Via della Scrofa e conosceva solo le zone limitrofe a San Lorenzo, perché frequentava un amico sacerdote proprio lì. Infatti, ancora, nel corso di questa intervista di inizio Pontificato, Papa Francesco affermò: “Ma lo sa che io Roma non la conosco? Pensi che la Cappella Sistina l’ho vista per la prima volta quando ho preso parte al conclave che elesse Benedetto XVI” (dunque, solo nel 2005). E, poi, aggiunse: “Non sono nemmeno mai stato ai musei. Il fatto è che da cardinale non venivo spesso. Conosco Santa Maria Maggiore perché ci andavo sempre. E poi San Lorenzo fuori le mura dove sono andato per delle cresime quando c’era don Giacomo Tantardini. Ovviamente conosco Piazza Navona perché ho sempre alloggiato a via della Scrofa, là dietro”. Tuttavia, la lettura quotidiana del giornale di Via del Tritone ha aiutato il Papa a conoscere la Capitale in modo più approfondito, anche nelle realtà più periferiche e nascoste. L’informazione fornita dal quotidiano Il Messaggero ed il rapporto sinergico con le 330 parrocchie della Capitale hanno aiutato il Papa a rendersi conto dell’estrema complessità e ricchezza che caratterizzano Roma. Di certo, si tratta di una città ricca di contraddizioni e di criticità, oltre che di bellezze e di storia. Tuttavia, con rammarico, anche Papa Francesco, approfondendo le sue conoscenze sulla Capitale di cui era diventato Papa e Vescovo, affermò sempre nel corso dell’intervista al quotidiano Il Messaggero: “La Città Eterna, che dovrebbe essere un faro nel mondo, è specchio del degrado morale della società”.
Ringraziamenti al team di Massimo Palombella
Monsignor Massimo Palombella, sacerdote e direttore di Coro, ha scritto anche un libro, “Missae Pluribus Vocibus. Cantus gregoriani alternantibus”, edito da LAS e pubblicato nel 2021. Si tratta di un piccolo manuale dedicato, come suggerito dal titolo, al canto gregoriano. Infatti, Monsignor Massimo Palombella ha sempre prestato un’attenzione particolare per i principi di base del canto gregoriano e della polifonia, seguendo il modello di canto della “Scuola Romana”. Il gregoriano è un canto liturgico di origine occidentale, caratterizzato dall’esecuzione, da parte di una o più voci, di una melodia singola. Il repertorio del canto gregoriano è ampio e si distingue a seconda delle epoche temporali, delle composizioni, del contesto di arrivo, della forma e dello stile.
In particolare, il canto gregoriano è formato dai canti dell’Ufficio, conosciuti anche come “Liturgia delle Ore” e dai canti che possono accompagnare la Celebrazione della Messa. I canti della Liturgia delle Ore contengono alcune forme liturgico – musicali molto particolari, quali: le Antifone, la Salmodia, costituita a sua volta da Salmi e Cantici, i Responsori e gli Inni. I canti della Messa, invece, contengono: i canti dell’ “Ordinario”, chiamati anche “Ordinarium Missæ” e si tratta di quei testi che non si modificano mai, restando sempre gli stessi e sono: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei; i canti del “Proprio”, denominati altrimenti “Proprium Missæ”, si modificano a seconda delle diverse festività del tempo liturgico. Si tratta di: Introito, Graduale, Sequenza, Alleluia, sostituito invece dal Tratto nel tempo di Quaresima, Offertorio e Communio.
I canti dell’Ufficio e quelli della Messa contengono tutti i generi e stili che caratterizzano il repertorio gregoriano; in particolare, questi canti possono essere racchiusi in tre grandi sezioni: “i canti di genere salmodico, sillabico o accentus”, definiti così perché ad ogni sillaba del testo corrisponde solo una nota. Rientrano in questa particolare categoria la salmodia, le antifone dell’Ufficio, le melodie afferenti alla famiglia dell’Ordinario e i “recitativi” del ministro dell’Assemblea; i “canti di genere neumatico o semiornato”, in cui rientrano quei canti per i quali ad ogni sillaba del componimento corrisponde un piccolo gruppo di note. In questo gruppo, infatti, rientrano gli Introiti, gli Offertori, i Communio della celebrazione eucaristica e le antifone più lunghe, che si trovano nell’Ufficio.
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Il terzo gruppo è quello costituito dai canti di “genere melismatico, ornato o concentus”, caratterizzati dalla presenza di molte note per ogni sillaba del testo. Ne sono un esempio i Graduali, gli Alleluia e i responsori più densi dell’Ufficio, con questo genere caratterizzato dalla presenza dei “melismi”. Oltre ad aver scritto il libro “Missae Pluribus Vocibus. Cantus gregoriani alternantibus”, Monsignor Massimo Palombella è stato autore di altri due testi. Il primo è stato pubblicato nel 2002, dal titolo “Actuosa participatio. Indagine circa la sua comprensione ecclesiale”, edito dalla Libreria Ateneo Salesiano, all’interno della collana Biblioteca di Scienze Religiose. Il secondo è stato dato alle stampe nel 2013, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, dal titolo “Credo, domine, adauge nobis fidem. L’anno liturgico nella tradizione musicale delle celebrazioni pontificie”, fruibile sia in lingua italiana, che in lingua inglese. Inoltre, Monsignor Massimo Palombella è stato direttore della rivista di musica liturgica “Armonia di Voci”, edita dalla Elledici. All’interno della rivista “Armonia di Voci”, edita dalla Elledici, poi, Monsignor Massimo Palombella ha seguito e “curato le raccolte musicali per il repertorio nazionale del canto liturgico”. In particolare, l’elenco è costituito da: “Canti per il tempo di Avvento e di Natale”; “Eucaristia: Celebrazione e Culto”; “Il tempo di Quaresima”; La celebrazione delle Solennità”; “L’attesa del Signore”; “Canti ed acclamazioni per la Celebrazione Eucaristica”; “Il tempo pasquale”; “Le feste mariane”; La solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo”; “La Messa dei fanciulli e acclamazioni per la Celebrazione Eucaristica”. Infine, Monsignor Massimo Palombella ha dato vita ad una ricca produzione discografica nel corso del suo mandato come Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina.