La scuola dovrebbe essere per prima cosa il luogo della socializzazione e condivisione degli spazi, molto spesso nella scuola nascono belle amicizie che durano nel corso del tempo, il rapporto insegnante-alunno è basato per prima cosa sulla trasmissione di sapere.
Per questo motivo alla base di tutto c’è una precisa responsabilità del docente che è quella di trasmettere il sapere nel modo più giusto, tuttavia la scuola dovrebbe anche essere il luogo dove il rapporto insegnante ed alunno, prende una direzione precisa, quella di un’assunzione di responsabilità che parte da molto lontano e inizia con la crescita del ragazzo.
Non vorremmo mai sentire che la scuola è un luogo dove regna la violenza psicologica o fisica, eppure ogni tanto emergono storie di insospettabili che con la loro condotta, turbano il mondo stesso della scuola, persone all’apparenza insospettabili e che godono di fiducia e stima, si trasformano improvvisamente in persone che compiono atti molto gravi.
L’altra faccia della medaglia e di un luogo quello della scuola dove dovrebbe regnare concordia e rispetto, un insegnante della provincia di Saluzzo, si è macchiato di uno dei reati più odiosi in assoluto, parliamo di storie di violenza e abusi di tipo sessuale su ragazzine o ragazzini minorenni.
Ancora una volta questa storia sottolinea come dietro ad un’apparente facciata di normalità, possano nascondersi personalità malate che utilizzano il loro grado di cultura, per compiere delle violenze su persone inermi, storie di persone colte e per questo ricche di fascino, in un paese in cui la cultura ancora esercita una sorta di potere segreto.
Dietro a questa vicenda di violenza fisica e mentale, c’è ancora una volta la manipolazione distorta della cultura, questa diventa un mezzo per arrivare ad altri scopi, tra questi anche l’esercizio fisico di una violenza che turba le menti di ragazzi e ragazze molto giovani.